Quello
che segue è la traduzione di un articolo comparso su Exoticindia.com
a firma di Nitin
Kumar. Trovate qui il testo originale in inglese.
Nota
del traduttore: Questo articolo affronta un tema quanto mai
affascinante. La parola sanscrita Varna può essere tradotta
letteralmente come "colore". La Baghavad Gita ci aiuta a
fare chiarezza su un argomento spesso travisato nel nostro mondo
occidentale attraverso l'improprietà del termine "casta".
Sarò
grato a quanti, rilevando una qualunque inesattezza nella traduzione,
volessero farmela gentilmente notare in modo apporre le dovute
correzioni.
Ringrazio
gli amici di exoticindia.com che mi hanno autorizzato a tradurre e
diffondere i loro articoli.
I
wish to thank the dear friends of exoticindia.com who have authorized
me in translating and spreading their articles.
Varna:
i quattro pilastri del Dharma
Ogni attività umana è diretta verso la realizzazione di ciò che è
piacevole per la persona e verso ciò che previene la sofferenza. Piacere e
dolore variano da persona a persona e di volta in volta. Nessuno può
dire con certezza quando riceverà queste sensazioni da qualcuno perché non può essere deciso dalle nostre limitate facoltà
umane. Neanche la persona più intelligente può, sulla base di
una circostanza individuale, dare un'esatta sequenza di
comportamenti utili al conseguimento del piacere o alla prevenzione della
sofferenza. Allo stesso modo nessuno può prevedere con esattezza quando
gli sforzi tesi verso questi obiettivi daranno i loro frutti. Il raggiungimento di essi non dipende unicamente dallo sforzo che indirizziamo verso
questi obiettivi, ma anche dal Karma che ereditiamo dalle vite precedenti e dal
destino. La causa esatta di piacere e sofferenza non può pertanto essere determinata
con uno qualunque dei mezzi di percezione diretta. In realtà un
individuo non avrebbe nemmeno la capacità di sapere cosa è meglio
per lui. Il percorso verso il progresso, sia materiale che
spirituale, può quindi essere conosciuto solo attraverso