martedì 12 giugno 2012

Il Carro di Arjuna


Chi è Arjuna? Perché dovrebbe interessarci il suo carro?

Buongiorno e grazie per la tua visita.
Se sei una persona ben introdotta alla mitologia indiana probabilmente questo post non desterà in te curiosità alcuna, ma se diversamente questo titolo, pur incuriosendoti, ti è oscuro, forse potrai trovare sazietà, almeno in parte.
Arjuna è l'eroe della Bhagavad Gita, poema noto anche come Canto del Beato e incluso nel più ampio Mahabharata, la grande storia dei Bharatidi. Bharat era l'originale nome con cui si indicava un territorio immenso e ricchissimo e che noi oggi chiamiamo India. 
La Bhagavad Gita, o per chi è più in confidenza semplicemente la Gita, è un'opera insieme poetica e filosofica di cui si contano fino ad oggi numerose interpretazioni sia da parte di studiosi indiani che di ricercatori occidentali.

E' la storia di una battaglia che si combatté nel campo dei Kuru (Kurukshetra). Sui fronti opposti si schierarono due eserciti, uno facente riferimento ai Kaurava, l'altro condotto da Arjuna e dai Pandava, suoi fratelli. La ragione di questa battaglia ha origine in una strenua sfida tra i due rami della dinastia Kuru. I Kaurava ingannarono i loro cugini Pandava barando ai dadi per usurpar loro il regno. Avendoli umiliati li costrinsero a tredici anni di esilio, di cui dodici da trascorrere nella foresta, ed uno in incognito. Se i Pandava fossero stati catturati durante l’anno di esilio in incognito, sarebbero stati ricacciati nella foresta per altri dodici anni. Ma i Pandava riuscirono nella difficile impresa e tornarono a riscattare il loro regno. Ciononostante il maggiore dei fratelli Kaurava, Duryodhana, si rifiutò di consegnare il regno che spettava ai Pandava di diritto. Tra i tentativi di costoro per far ragionare i cugini Kaurava vi fu anche l'ambasciata di Krishna, ma invano. Non rimaneva che scendere in battaglia.
Ancora Krishna offre ai contendenti una possibilità di scelta: Arjuna e Duryodana possono avere al loro fianco l’armata degli Yadu oppure Krishna stesso che però non potrà combattere, ma solo suggerire. Favorito dalla sorte Arjuna sceglie per primo e chiama a se Krishna come auriga, Duryodana dal suo canto è ben contento di avere gli Yadu con sé.
Proprio quando gli eserciti in arme sono schierati uno contro l'altro Arjuna ha un ripensamento. Pur trovandosi a riscattare la condanna all'esilio per se e i suoi fratelli si trova di fronte ai suoi stessi parenti. La guerra avrebbe sparso sangue di famiglia. Non vuole più combattere. Si intreccia quindi uno stretto dialogo con Khrisna in cui questi gli spiega il suo Dharma di guerriero e gli impartisce una serie di insegnamenti filosofici e spirituali che lo indirizzeranno a raggiungere la realizzazione spirituale.

Nella raffigurazione del carro condotto da Arjuna con Krishna come auriga ogni elemento è ricco di valenze simboliche e allegoriche:
  • I cinque cavalli rappresentano i cinque sensi, sono gli organi che permettono al carro di muoversi, senza di essi non ci sarebbe azione; 
  • le briglie esprimono la funzione della mente, lo strumento attraverso cui la coscienza può esercitare il controllo sui sensi;
  • il carro è il corpo, sia esso grossolano, che sottile che causale, dell'individuo, è lo strumento fisico attraverso cui l'azione può avvenire; 
  • Krishna è allo stesso tempo l'intelletto e la coscienza; è la capacità di discernimento ed è messo volutamente da Arjuna alla conduzione del carro;   
  • Arjuna è la raffigurazione dell'individuo, il Sé, l'Io cosciente dotato di libero arbitrio. Lui e solo lui decide cosa fare del carro e chi porre alla sua guida.
Arjuna impersona ognuno di noi in ogni momento della nostra vita. Quando nel terreno della disputa siamo chiamati a operare una scelta difficile, quando molto verosimilmente siamo circondati dalle contraddizioni di cui potremmo non comprendere il significato.

Questi oggetti, espressi metaforicamente nella Bhagavad Gita, sono al centro dell'osservazione attraverso gli occhi dell'Ayurveda ed è di questo che spesso si parlerà in questo blog.